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La Danza Di Confine

Festival di Assoli BUTOH

Questo Festival prosegue il viaggio nella “terra di confine”, sul territorio di confine tra oriente ed occidente, confine tra le diverse discipline artistiche: confine come spazio di passaggio tra culture, arti, stili, in cui la capacita di assorbimento e trasformazione porta alla creazione di nuove appartenenze, alla trasformazione delle reciproche diversità. Una terra in cui  il corpo ritrova tutta la sua forza comunicativa e poetica.

La danza Butoh è una delle espressioni piú interessanti del teatro danza contemporaneo iniziata in Giappone nel ´59 con Tatsumi Ijikata e Kazuo Hono, nata come ribellione del corpo alla disumana civilizzazione che ha portato con sé la bomba atomica e alla massificazione ed americanizzazione della società giapponese, la sua ricerca è tesa alla riscoperta del lato arcaico del corpo in contatto con la  nostra parte piú autentica.

Lontana dalle forme artistiche della tradizione giapponese come il teatro No ed il kabuki, si ricollega alla danza espressionista europea ampliandone gli orizzonti.

La danza Butoh riprende l’eredità della danza espressionista europea e la sviluppa incorporandola nella visione di un corpo-anima-psiche che conserva il suo legame originario con l’universo: il corpo connesso al suo centro ed al centro del cosmo è connesso anche alla sua ombra.

Abbiamo scelto la formula “Festival di Assoli” perchè nella danza Butoh come nella Nuova danza europea, l’Assolo ha un ruolo fondamentale: il danzatore è libero coreografo di sé stesso e spesso usando l’improvvisazione per meglio cogliere l’attimo in divenire, può meglio rappresentare la vita o come afferma Kazuo Hono “lasciare che l’anima indossi il cosmo” entrando nel regno di una originaria memoria del corpo.

Nel 2003 si è esplorata l’opera del grande Solista de Butoh, Kazuo Hono con la presentazione del libro e del video su di lui da parte di Maria Pia D’Orazi e come ospiti sono stati Tadashi Endo (Goettingen) che si richiama al suo insegnamento e Atsushi Takenouchi iniziatore del jinen-Butoh, legato alla natura ed ai demoni degli sciamani. Kazuo Ohno è il grande vecchio della danza: ha 97 anni ed è ancora sul palcoscenico! È il fondatore assieme ad Hijikata del Butoh ma la sua danza viene da piú lontano, danza di frontiera, è stata influenzata dagli incontri di Ohno con l´Occidente:

“Assistere ad un suo spettacolo vuol dire osservare un secolo di vita che scorre ed in quel flusso riconoscere a tratti il proprio volto, avvertire le contrazioni di un muscolo in fondo al petto, sentire la miseria e la grandezza della condizione umana, assaporarne il mistero e le contraddizioni.”

Dal libro di Maria Pia D´orazi .

Nel 2004 lo spazio di approfondimento e ricerca è stato sul tema del corpo portatore di ombra. Stiamo vivendo infatti in un momento di profonda polarizzazione: la cultura dominante del corpo lavora sulla sua perfezione, sulla sua estetica di bellezza che induce il corpo ad essere sempre più “palestrato”, quasi a voler nascondere ogni ombra interiore, specchio di una enorme scissione corpo-psiche-anima. La danza è forse sul confine tra corpo portatore di modelli e corpo portatore di bisogni personali, storie, emozioni?

Al “Simposium” è stata di nuovo presente Maria Pia D’Orazi, giornalista, studiosa del Butoh e Angelo Tonelli (poeta, traduttore dei classici greci e performer).

Il  teatro Astoria come il Castello di San Terenzo, nelle prime due edizioni del festival (2003-2004) sono stati scenario di Assoli , mostre, dibattiti e performance estempornee.

Nel 2003 gli ospiti sono stati due danzatori: Tadashi Endo che vive in Germania e  Atsushi Takenouchi, di Kioto, ancora fortemente collegato all’Oriente, nel 2004 abbiamo visto assoli tutti al femminile: Yumiko Yoshioka già presente in vari progetti nella provincia da La Spezia ha presentato “bevor the dawn”, un assolo sul tema del crepuscolo, sul vacillare tra il sogno e  la realtà “nella penombra tra giorno e notte anche i confini tra conscio ed inconscio svaniscono…” Hisako Horikawa accompagnata dalla musica dal vivo di Tristan Honzinger (violoncello), ha portato “Ka-ga-yo-u” un assolo che si richiama a questa antica parola giapponese sul fenomeno del vedere tra visibile ed invisibile “l’ombra ondeggiante” e “marea” di Annalisa Maggiani al Castello di San Terenzo con musica dal vivo di Lauro Rossi è videoproiezione di Mario Morleo è stata  una performance sulla biografia collettiva ed individuale “per un attimo inonda il corpo e sale la nostalgia di dove siamo venuti…il mare, forse”. Infine al Forum, al castello di San Terenzo,  sono stati  presenti altre danzatrici e danzatori europei con brevi assoli a partire da un minuto…

 

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